Apprendimento,  Bambini

Parliamo di DSA…

Che cos’e’ un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA)?

Secondo il DSM – 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), realizzato dall’American Psychiatric Association, un Disturbo Specifico dell’Apprendimento e’:

  • un disturbo del Neurosviluppo,
  • con un’origine biologica,
  • derivante dall’interazione di fattori genetici e ambientali,
  • che interferisce con le capacità di percepire o processare informazioni verbali o non verbali in modo efficiente e preciso.

Vi deve essere la presenza di almeno uno dei seguenti sintomi che sono persistiti per almeno 6 mesi, nonostante la messa a disposizione di interventi mirati su tali difficoltà:
1. lettura delle parole imprecisa o lenta e faticosa
2. difficoltà nella comprensione del significato di ciò che viene letto
3. difficoltà nello spelling
4. difficoltà con l’espressione scritta
5. difficoltà nel padroneggiare il concetto di numero, i dati numerici o il calcolo
6. difficoltà nel ragionamento matematico.

Le abilità scolastiche sono notevolmente e quantificabilmente al di sotto di quelle attese per l’età cronologica e causano significativa interferenza con il rendimento scolastico o lavorativo o con le attività di vita quotidiana.

Le difficoltà di apprendimento iniziano durante gli anni scolastici.

Le difficoltà di apprendimento non sono giustificate da disabilità intellettiva, altri disturbi mentali o neurologici, avversità psicosociali, mancata conoscenza della lingua di istruzione scolastica, istruzione scolastica inadeguata.

Come si suddividono i Disturbi Specifici dell’apprendimento?

I DSA si suddividono in:

  • disturbo della lettura o Dislessia
  • disturbo della scrittura o disortografia
  • disturbo della grafia o disgrafia
  • disturbo del calcolo o discalculia.

Che differenza vi e’ tra Disturbo di apprendimento e “difficolta’ scolastica”?

E’ necessario distinguere tra le difficoltà scolastiche degli alunni e i disturbi di apprendimento.

A. Biancardi scrive: “Se è molto probabile che un bambino con disturbo di apprendimento abbia anche difficoltà scolastiche, non è necessariamente vero il contrario” (A. Biancardi, Quando un bambino non sa leggere, Rizzoli, Milano 1999).

Un DSA, infatti, e’

  • innato
  • resistente all’intervento
  • resistente all’automatizzazione.

Un difficolta’ invece e’:

  • non innata
  • modificabile con interventi mirati
  • automatizzabile, anche se in tempi dilatati.

Quali sono le caratteristiche diagnostiche?

Le caratteristiche diagnostiche sono:

  1. Persistenza delle difficoltà anche in età adulta, con interferenza nelle prestazioni lavorative ed evitamento di attività che richiedono abilità scolastiche.
  2. Prestazioni ben al di sotto della media con rendimento scolastico basso o rendimento medio sostenibile solo con livelli elevati di sforzo e di supporti.
  3. Difficoltà evidenti subito dai primi anni di scuola.
  4. Difficoltà “specifiche”, che non riguardano il funzionamento intellettivo generale o gli ambiti non scolastici.

Qual e’ la prevalenza?

La prevalenza del Disturbo Specifico di Apprendimento è di 5-15 % tra i bambini in età scolare, trasversalmente a linguaggi e culture differenti.

In Italia, si stima una prevalenza dei DSA tra il 3% ed il 5% .

Anche se ancora non esiste uno specifico osservatorio epidemiologico nazionale, le informazioni che provengono dai Servizi di Neuropsichiatria Infantile indicano che i DSA rappresentano quasi il 30% degli utenti di questi servizi in età scolare e il 50% circa degli individui che effettuano un intervento riabilitativo.
I DSA sono tuttora sottodiagnosticati, riconosciuti tardivamente o confusi con altri disturbi.

I dati a disposizione supportano il ruolo del sesso maschile come fattore di rischio per lo sviluppo di dislessia: nei maschi il rischio è circa 2,5 volte superiore rispetto alle femmine.

Diversi studi hanno documentato il maggior rischio di sviluppare dislessia (diagnosi specifica) tra i figli di genitori dislessici (familiarita’).

Quali possono essere le conseguenze funzionali?

Alcune conseguenze funzionali potrebbero essere:

  • evitamento e riluttanza ad impegnarsi in attività che richiedono abilità scolastiche
  • tassi più alti di abbandono scolastico
  • tassi più bassi di istruzione post-secondaria
  • tassi più alti di disoccupazione e sotto-occupazione
  • redditi più bassi
  • alti livelli di disagio psicologico e salute mentale peggiore; nel corso della scolarizzazione potrebbero esserci episodi di ansia grave o disturbi d’ansia, lamentele fisiche, attacchi di panico. Successivamente potrebbero esserci abbandono scolastico e concomitanti sintomi depressivi.

Esistono leggi a tutela dei bambini con DSA?

Si, esiste in Italia la legge 8 ottobre 2010 , n. 170, la quale riconosce e definisce la dislessia, la
disgrafia, la disortografia e la discalculia.

Tale legge persegue, per gli studenti con DSA, le seguenti finalità:

  • garantire il diritto all’istruzione;
  • favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità;
  • ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
  • adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;
  • preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA;
  • favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;
  • incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione;
  • assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.

Tale legge garantisce agli studenti con DSA strumenti compensativi e misure dispensative.

Cosa sono gli strumenti compensativi e le misure dispensative?

Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.

Tali strumenti sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo.

Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.

 

Vuoi maggiori informazioni? 

-> contattami

-> leggi altri articoli simili 

Dott.ssa Marianna Vallone 

psicologa e psicoterapeuta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: