Benessere,  Genitorialità

Le neo mamme vanno aiutate!

Che cos’e’ la fase perinatale?

La fase perinatale è il periodo compreso tra la 28ª settimana di gestazione e il 28º giorno dopo la nascita del bambino.

E’ un momento molto delicato sia per la donna che si appresta a diventare mamma, sia per il partner che si ritrova a vivere questo periodo in maniera piu’ indiretta ma non meno importante, e sia per la coppia, intesa come entità unica.

Si tratta di una fase in cui i processi fisiologici sono, molto spesso, poco considerati o addirittura ostacolati.

La maternita’ non comprende solo aspetti positivi, ma e’ bene sapere, e non sottovalutare, che vi sono aspetti anche critici e problematici. Non solo la donna in gravidanza deve conoscere questi aspetti, ma anche tutta la societa’ non deve sottovalutare i sintomi della donna ed il suo disagio.

Bisogna abbattere il pregiudizio che la gravidanza sia solo positiva e sia solo un periodo felice. La gravidanza e il parto richiedono cambiamenti personali, relazionali, familiari, organizzativi, che vanno accettati e gestiti, e non sempre e’ facile.

Basti pensare che si passa dall’essere in due all’essere in tre, che si acquisisce un nuovo ruolo, quello di genitore, che i compiti familiari non sono più solo coniugali ma diventano anche genitoriali, che l’organizzazione familiare si modifica per accogliere il nuovo arrivato, che l’organizzazione domestica cambia, che subentrano nuove responsabilità e nuovi impegni per la coppia. Questi sono solo alcuni dei cambiamenti che avvengono, pensate anche a tutti i cambiamenti relativi all’organizzazione lavorativa, economica e pratica della coppia. E i cambiamenti fisici della donna non vi sembrano importanti? E gli aspetti lavorativi della donna, spesso caratterizzati da frustrazione, richiesta di permessi familiari, assenze e spesso perdita del lavoro?

Se poi si è alle prese con il secondo figlio, la situazione diventa ancora più complessa!

Scrivo questo per evidenziare che l’arrivo di un figlio implica una serie di processi non facili e non caratterizzati solo da emozioni positive e che non facciamo il bene della donna se sottolineiamo solo gli aspetti positivi, sottovalutando, così, la complessità dell’evento in sé.

È importante per la donna sentirsi capita, compresa, accettata, oltre che ovviamente aiutata, anche quando si lamenta e quando si sente esausta, demoralizzata o non felice.

Una riflessione

E’ curioso notare come le donne morte durante il parto sono, per fortuna, diminuite nel tempo, purtroppo pero’ sono ancora molto alte le morti materne dopo il parto, a causa di un problema mentale.

Questo non vi dice niente?

Se pensiamo gli esami che una donna in gravidanza sostiene e agli specialisti da cui la donna viene visitata, ci accorgiamo che manca sempre la figura dello psicologo!

Questo fatto fa riflettere: quante donne neo-mamme avrebbero potuto essere aiutate e prese in carico meglio gia’ prima della nascita e avrebbero potuto cosi’ evitare il suicidio?

È fondamentale il supporto psicologico nel periodo perinatale! È fondamentale una presa in carico a 360 gradi della donna! Sono necessari specialistici dell’aspetto organico e specialisti dell’aspetto mentale. La nascita di un figlio non è solo un intervento chirurgico, oppure nel 2020 pensiamo che sia solo questo?

Lo screening

Uno degli strumenti piu’ attendibili per indagare un rischio di disagio durante e dopo la gravidanza e’ lo strumento di Whooley: consiste nel fare solo due domande alle donne.

Le due domande sono:

  1. Durante l’ultimo mese si è sentita spesso giù di morale, depressa o senza speranze?
  2. Durante l’ultimo mese ha provato spesso poco interesse o piacere nel fare le cose?

Questo strumento ha una affidabilita’ del 100% sia prima, sia dopo il parto.

Questo strumento riduce anche il rischio di falsi positivi.

Cosa avviene di frequente dopo la nascita di un figlio?

  1. Il maternity blues colpisce il 50 – 80% delle madri nelle prime settimane dopo il parto (2-3 gg – mese). Avviene attraverso: crisi di pianto, stanchezza, ansia, ipersensibilità, labilità dell’umore, tristezza, abbassamento della capacità di concentrazione. Tende a scomparire spontaneamente nell’arco di pochi giorni /settimane se la mamma è ben sostenuta e incoraggiata a stare col suo bambino.
  2. Il disturbo post traumatico e’ legato nello specifico all’esperienza del parto. Questo tipo di disagio e’ spesso sottostimato.
  3. La psicosi puerperale e’ il disturbo piu’ grave ed e’ molto raro (colpisce 1 o 2 casi ogni 1000 nascite). Si manifesta attraverso sintomi psicotici (delirio, allucinazione, comportamento disorganizzato/catatonico, perdita di contatto con la realtà), e avviene entro 4 settimane dalla nascita del bambino. Per fortuna, la prognosi e’ positiva, nel senso che vi e’ una remissione completa del disturbo, se trattato tempestivamente.
  4. La depressione post natale o post partum: non vi e’ accordo rispetto all’arco temporale da tenere in considerazione per differenziare tra depressione e depressione post partum e non vi e’ accordo sugli strumenti di screening da utilizzare.

In linea di massima si parla di depressione post partum entro i sei mesi dopo il parto, ma fino all’anno se il disturbo si e’ cronicizzato.

Si manifesta attraverso:

  • Disturbi fisici (mal di testa, dolori, palpitazioni…)
  • Insonnia, inappetenza o eccessi di fame
  • Ricorso frequente alle figure sanitarie per la salute del bambino
  • Senso di vuoto, straniazione, paure eccessive per il bambino
  • Angosce di morte (per sé, per il bambino, per i familiari)
  • Più raramente attacchi di panico, fobie

E’ un disturbo che va trattato!

Quali sono i fattori di rischio?

I principali fattori di rischio sono:

  • Fattori di rischio ambientale: deprivazione sociale, appartenenza a determinati gruppi, professione, condizione economica;
  • Fattori biologici (ormoni);
  • Fattori ginecologici-ostetrici;
  • Fattori relazionali col partner: importante e’ la relazione tra donna e partner, il supporto emotivo del partner verso la donna, ma anche la presenza del partner;
  • Fattori personali: storia personale della donna.

Quali sono i fattori di protezione?

I principali fattori di protezione sono:

  • Fattori sociali: partecipazione a percorsi di accompagnamento alla nascita; sostegno emotivo durante il travaglio e il parto; sostegno familiare e di coppia, supporto psicologico;
  • Aiuto pratico nella gestione della casa, dopo la nascita: dato di fatto sempre sotto sottovalutato!
  • Salute della donna;
  • Ottimismo, autostima, autoefficacia della donna;
  • Storia personale positiva.

Cosa fare?

  • Se stai pensando di avere un bambino o sei già in stato interessante: fatti seguire da uno psicologo sia durante la gravidanza, sia dopo il parto: poter esprimere le proprie paure, le proprie angosce, i propri sensi di colpa, le proprie preoccupazioni e’ SEMPRE un fattore di protezione per la donna. Inoltre, laddove ci fosse il pericolo di uno dei disturbi sopra citati sarebbe, in questo modo, possibile anche un intervento immediato di presa in carico e di gestione del problema.
  • Se sei il partner, un familiare, un amico di una persona incinta o che ha partorito da poco: supportala, non farla sentire in colpa se non è ancora “super” brava a cambiare il pannolino al bambino o ad allattarlo; aiutala nelle faccende domestiche o a cucinare; ascolta le sue preoccupazioni senza pensare che siano eccessive; aiutala a riprendere in mano il suo lavoro e le sue routine quotidiane.  Non lasciarla sola (ma non invadere nemmeno troppo i suoi spazi)!

Riflettiamo insieme

E tu, come hai affrontato la gravidanza e il post parto?

Ti sei sentito sufficientemente supportato e compreso?

Avresti voluto un aiuto in piu’?

Scrivimi o contattami, se ne hai bisogno!

Dott.ssa Marianna Vallone

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