Difficile rientro al nido
Il rientro al nido dopo tanti giorni di “vacanza”, ad esempio dopo la pausa natalizia o dopo quella estiva o dopo un’influenza, può in alcuni casi risultare difficile sia per i bambini, sia per i genitori.
I bambini, nello specifico, potrebbero manifestare difficoltà a svegliarsi, lamentele, capricci, pianti disperati, difficoltà a fare il riposino al nido, difficoltà a mangiare; attaccamento spropositato ad un genitore; potrebbero anche essere maggiormente aggressivi e/o tristi e rifiutare le coccole e l’aiuto delle educatrici e/o dei compagnetti di sezione.
Non vi preoccupate genitori, si tratta di una fase “normale”, dovuta ad uno sforzo di riadattamento che sia il fisico sia la psiche del bambino si trovano ad affrontare.
Vi suggerisco, nei casi di più evidente difficoltà, di fare un inserimento graduale, inteso come una durata di permanenza al nido via via maggiore: cominciate ad esempio a lasciare i bambini al nido fino a pranzo, e poi mano a mano anche per il riposino pomeridiano e infine fino a coprire l’intera giornata.
È importante salutare sempre il bambino quando andate via: non andate via di nascosto, perchè il bambino potrebbe sentirsi preso in giro, abbandonato, non voluto. Anche se il vostro saluto lo fa piangere, voi salutatelo comunque con determinazione e tranquillità, perchè è peggio per lui accorgersi solo in un secondo momento che voi siete andati via. È questione di fiducia!
In questi momenti è bene che le educatrici abbiano un occhio di riguardo per questi bambini, che li coccolino un pochino di più, che concedano loro qualche capriccio in più, che non se la prendano se non vogliono mangiare tutto. E’ bene cioè dispensare più coccole ed essere meno rigidi sulle regole di routine quotidiane.
In genere nel giro di pochi giorni lo “spaesamento” del bambino passa.
In questo percorso, è bene che i genitori si confrontino sempre con le educatrici del bambino e che evitino di andare in “crisi”: per il bambino è necessario in questi momenti ricevere la tranquillità e l’allegria dei genitori, devono sentire che va tutto bene, che i genitori non sono preoccupati e che ci sono sempre allo stesso modo e con lo stesso stato d’animo.
DOTT.SSA MARIANNA VALLONE
(psicologa dell’età evolutiva e psicoterapeuta familiare)